La dietista risponde

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No! In qualsiasi tipo di dieta, la pasta e il pane possono essere inclusi nella giusta quantità e qualità. In un'alimentazione equilibrata, i carboidrati dovrebbero rappresentare il 50-60% delle calorie, le proteine circa il 15% e i grassi il 25-30%. Pertanto, è importante includere una quota di carboidrati complessi (pane, pasta, riso, ecc.) in ogni pasto, poiché ciò aiuta a evitare sbalzi della glicemia e garantisce un apporto costante di glucosio al cervello.

È vero che i carboidrati semplici (zucchero, miele, marmellata, dolci, frutta, succhi di frutta, ecc.) dovrebbero essere limitati e rappresentare solo circa il 15% delle calorie totali. Tuttavia, ciò non significa che debbano essere completamente eliminati dalla dieta.

Preferire prodotti integrali come pane e pasta integrale può essere una scelta salutare, in quanto offrono un maggiore apporto di fibre e nutrienti. È importante anche fare attenzione ai condimenti utilizzati nei primi piatti, optando per opzioni leggere come il pomodoro fresco o la salsa di verdure.

Assolutamente sì, una dieta senza una corretta indicazione delle porzioni è come un farmaco senza una posologia precisa! Spesso, alla prima visita, incontro nei pazienti la paura di dover pesare e misurare gli alimenti, ma questa preoccupazione può essere superata attraverso l'uso della dieta a porzioni e della dieta fotografica.

È importante che i pazienti comprendano l'importanza della corretta misurazione delle porzioni, al fine di garantire il giusto apporto di nutrienti e calorie necessari per raggiungere i propri obiettivi di salute.

Assolutamente no, non è solo una questione di motivazione, ma anche di atteggiamento nei confronti del percorso dietetico. È importante affrontare la dieta con una mentalità positiva e utilizzare i risultati ottenuti come motivazione per continuare a progredire. Ogni obiettivo raggiunto deve essere festeggiato e ogni difficoltà deve essere vista come un'opportunità per imparare e migliorare.

Il successo nella perdita di peso non dipende solo dalla motivazione iniziale, ma anche dalla capacità di affrontare le sfide quotidiane e di mantenere una visione a lungo termine.

Certamente! Quando si segue una dieta per perdere peso, è comune perdere alcuni chilogrammi inizialmente, ma col tempo questi possono essere ripresi con gli interessi. Questo fenomeno è chiamato sindrome dello yo-yo e può verificarsi se si seguono molte diete diverse durante la vita. Per evitare questa situazione, è importante adottare un approccio di educazione alimentare. Come dietista, devo insegnare al paziente come impostare una dieta sana e bilanciata e quali alimenti scegliere o limitare, in modo che possa continuare ad alimentarsi correttamente anche dopo la fine del percorso dietetico. Ciò vale anche per le diete per patologie.

Per evitare i cali di peso drastici, è necessario ridurre gradualmente la massa grassa e mantenere o aumentare la massa magra, come il muscolo, attraverso una dieta equilibrata e l'esercizio fisico regolare. Un calo di peso troppo rapido può comportare una riduzione sia della massa grassa che di quella magra, il che significa una diminuzione del nostro dispendio energetico e una maggiore probabilità di riprendere i chili persi. L'impedenziometria può essere utile per valutare la composizione corporea e vedere come la dieta e l'esercizio fisico influenzano la massa grassa e magra.

Infine, è importante includere l'esercizio fisico nella routine quotidiana, che può essere fatto in diversi modi, come camminare, correre o andare in bicicletta, o partecipare a un'attività fisica organizzata come la palestra o la piscina. Inoltre, affidarsi a un personal trainer può essere un'opzione costosa ma efficace per un percorso personalizzato. L'esercizio fisico aiuta a mantenere o aumentare la massa muscolare, aumenta il nostro metabolismo e riduce il rischio di riprendere il peso perso a lungo termine, migliorando anche la salute in generale.

La risposta a questa domanda è complessa e dipende da diversi fattori come l'impegno, il peso da perdere e la presenza di eventuali patologie. In generale, un buon obiettivo di perdita di peso è quello di perdere tra 2 e 4 kg al mese, ma ci possono essere situazioni in cui è necessario un calo più rapido o più lento. Tuttavia, è importante sottolineare che un calo di peso troppo veloce può comportare la perdita di massa muscolare e aumentare il rischio di riprendere il peso perso. Pertanto, un approccio graduale e sostenibile alla perdita di peso può essere più efficace nel lungo termine.

Assolutamente no. Una dieta equilibrata e ben strutturata non dovrebbe far sentire quasi la fame. Se durante un percorso dietetico si avverte sempre una forte sensazione di fame, ciò può indicare che: la dieta è squilibrata o deve essere ristrutturata o il paziente riduce i quantitativi della dieta in autonomia, creando uno squilibrio nella dieta.

L'attività fisica è importante perché ci aiuta a mantenere o aumentare la massa magra, cioè il muscolo, stimolando il metabolismo e facilitando il calo della massa grassa. Inoltre, riduce il rischio di riprendere i chili persi a lungo termine e migliora la salute in generale. Ci sono diversi modi per fare attività fisica a diversi costi. La camminata, la bicicletta e la corsa sono opzioni a costo zero che quasi tutti possono fare. L'attività fisica organizzata, come la palestra o la piscina, è un'altra alternativa. Infine, la soluzione migliore sarebbe quella di affidarsi a un personal trainer che creerà un programma di allenamento personalizzato adatto alla persona, anche se è quella con il costo più alto.

La frequenza dei controlli dietetici dipende dall'obiettivo che si deve raggiungere e dal motivo per cui è stata richiesta la dieta. In genere, se c'è un obiettivo di dimagrimento o se la dieta è necessaria per patologie, preferisco vedere i pazienti più frequentemente all'inizio (ogni 2 settimane). Una volta che il paziente ha acquisito familiarità con la dieta e le problematiche maggiori sono state risolte o sono sotto controllo, i controlli verranno distanziati nel tempo.

In una persona sana e senza patologie specifiche, non ci sono alimenti che vanno esclusi a priori. Tuttavia, è importante prestare attenzione alla frequenza e alla quantità di assunzione di alcuni alimenti più o meno salutari. Ad esempio, è preferibile consumare più frequentemente il petto di pollo rispetto alla salsiccia di maiale. In presenza di patologie o di esami del sangue alterati, potrebbe essere necessario ridurre ulteriormente la frequenza di alcuni alimenti o eliminarli completamente dalla dieta per un certo periodo o definitivamente.

Naturalmente sì! È sufficiente avere la volontà e la motivazione per intraprendere un percorso dietetico. Non esiste un momento perfetto per iniziare, anche durante le festività o prima di una vacanza al mare si può cominciare a migliorare la propria alimentazione. L'importante è essere determinati e perseveranti nell'obiettivo che si vuole raggiungere.